La nascita di un’idea

Il Festival, questa prima micro-cellula di un’esperienza comunitaria e multidisciplinare ha il suo fine principale nell’ offrire Commedia dell’Arte in tutte le sue componenti spettacolari, performative, pedagogiche e culturali. Un’incubatrice la cui unica linea è quella di sostenere tutte le esperienze viaggianti che la Commedia attraversa, le sue traduzioni, le sue declinazioni, le sue possibili evoluzioni nel contesto socio-culturale dell’Italia di oggi. L’idea nasce dall’esigenza degli attori-ci che praticano e sperimentano la Commedia dell’Arte di incontrarsi, di collaborare e mostrare al pubblico le mille forme estetiche, poetiche e politiche che il lavoro con i ‘Caratteri’ e con le ‘Maschere’ ha assunto dalla tradizione ad oggi, sino alla sperimentazione futura. Fraschetti
Questo dona al Festival un intento assolutamente comunitario e moderno, senza alcuna pretesa accademica o storicista, nel puro ‘lazzo’ del barattare i diversi ed affascinanti universi di incontro con la Maschera, da quello antropologico, a quello classico e purista, sino alla re-invenzione e al tradimento della Commedia stessa. Perché?
Per il mero gusto di riattivare ancora una volta la caotica ruota del Carnevale (da cui tutto nasce e al quale i Commedianti debbono sempre far riferimento) per dar vita alle maschere e mostrarle, nella loro vitalità demoniaca e pura, nel loro esprimersi infinito e poliedrico… semplicemente perché serve che le Maschere vadano ancora in scena e che il pubblico venga lentamente riformato, educato ed ammaliato dal loro potere e dalla loro profondità, educativa, curativa e sociale.
Il Festival, sin dalla prima Edizione viterbese, per realizzare i suoi obiettivi pedagogici nei confronti del pubblico e verso gli interpreti stessi, si è definito nelle seguenti modalità: Il Festival, per riprodurre la logica delle Compagnie di Commedia e la festosità del Carnevale, non deve avere una sede fissa, ma può girovagare in qualunque luogo venga ben accolto, in ogni periodo dell’anno nel quale si ritenga possa prendere vita e durare un tempo variabile di volta in volta in relazione al tipo di manifestazione o location dal quale è ospitato; Gli attori-ci singoli o le Compagnie dovranno avere un riconoscimento economico, seppur minimo, ma certo, a seconda delle risorse disponibili.Circomare Il Festival non può essere definito tale, sia nella pratica spettacolare nei confronti del pubblico, sia nel senso interno del lavoro di scambio ed incontro tra le compagnie, se non potranno prendervi parte minimo 4 diverse formazioni artistiche e proporre spettacoli integralmente, in 1 o più repliche. In particolare in questa terza edizione, la prima in periodo invernale, la prima a Roma, la prima in modalità indipendente dal Festival “Ludika 1243”, Come d’Arte si propone di popolare il quartiere di San Lorenzo non soltanto con i suoi eventi e interventi sia in teatro, in altri luoghi, ma anche per le vie e le piazze del quartiere, ma soprattutto coinvolgendo la popolazione locale a partecipare al clima di festa che si vuole instaurare, perché la Commedia dell’Arte possa tornare ad essere anche un potentissimo strumento di aggregazione sociale e creativa. Saranno coinvolti a vario titolo artigiani e piccoli imprenditori locali, i residenti, gli studenti e tutte le altre “etnie sociali” che popolano questo quartiere, tentando di dare un contributo alla difficile convivenza tra esse e consentire loro di poter quantomeno visualizzare nuove possibilità.

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